Un altro giro di giostra

Un altro giro di giostra

di Tiziano Terzani

Per ammissione dello stesso autore, ‘Un altro giro di giostra‘ accompagna il lettore in un viaggio immaginario nel bene e nel male del nostro tempo, con la capacità di uno dei più grandi giornalisti del ‘900 di descrivere la malattia del cancro con incredibile distacco e senso critico.

Attraverso un continuo confronto tra metodi tradizionali occidentali e sistemi ayurvedici orientali di affrontare il male incurabile per eccellenza del nostro tempo, Terzani riesce anche a trarne considerazioni sul modo di affrontare la vita e i rapporti umani e a fornire utili spunti per una rinascita interiore e per una difesa dei valori che più contano.

“Un altro giro di giostra” è anche un inno al vivere una vita in cui sia possibile manifestare sé stessi, anziché farsi trascinare dalle abitudini dell’ambiente in cui siamo cresciuti e viviamo, a recuperare il rapporto con la natura e a trarne insegnamento, a cercare quell’equilibrio interiore senza il quale non è possibile alcuna cura e alcun miglioramento.

L’autore-Terzani è stato per molti una fonte di conoscenza: i suoi reportage dal mondo hanno testimoniato eventi storici che costituiscono capisaldi del Novecento e la sua curiosità di conoscere popolazioni lontane e modi di pensare non comuni danno la possibilità di crearsi un proprio punto di vista e di superare barriere ideologiche precostituite dall’informazione di massa. Ma l’uomo-Terzani lascia con questo libro un insegnamento quasi paterno, rivolto non solo ai propri figli di cui non smette di raccontare episodi e aneddoti ma anche a tutti coloro che avrebbero desiderato un genitore che educa al pensiero libero e indipendente, volto a trasmettere non i propri insegnamenti ma i propri apprendimenti, quelli che sono frutto dell’esperienza della vita vissuta e che sono la migliore “eredità” da lasciare.

Difficile condensare il pensiero di questo autore-uomo in poche frasi.
Ce ne sono alcune però che da sole illuminano molto più di ogni possibile commento:

“La nostra vita è una continua costrizione, ci muoviamo costantemente entro i limiti stretti di ciò che è scontato, lecito, decente: in fondo, sul palcoscenico della società, recitiamo solo delle parti. […] Anch’io, pur con un’esistenza più insolita e avventurosa del normale, ero vissuto come tutti entro i limiti autoimposti del previsto. Per trent’anni avevo fatto, da bravo, il figliio, il marito, il padre, l’amico, il giornalista, il viaggiatore e altro. Quelli erano stato i ruoli, le maschere con le quali mi ero anche divertito. Ma io? E poi, quale io? Tanti , E nessun . […]. Ora volevo uscire da tutti quei ruoli, volevo saltare fuori dal cerchio stregato del conosciuto, scendere dal piedistallo delle certezze convenzionali. Volevo respirare senza maschera”

“La vita passa senza senso… passa in una sequela di attese, di riti il cui unico significato sta nel fatto che paiono dare un qualche senso all’inutile passare della vita.”

“Curarsi non vuol dire ingoiare una pillola ogni sei ore. Vuol dire purificare la propria mente e usarla per sostenere il processo di guarigione, può voler dire fare il bagno in un fiume sacro, andare in pellegrinaggio, partecipare a certi riti, recitare certi mantra. Curarsi vuol dire orientarsi verso un giusto stile di vita. La cosa più importante non è curare le malattie quando insorgono, come fa sempre più la medicina occidentale, ma prevenire le malattie vivendo una vita in cui il corpo è in armonia e la mente è in pace.”

“La soluzione ai problemi umani non può venire dalla ragione, perché proprio la ragione è all’origine di gran parte di quei problemi. […] La soluzione è dentro di noi. […] Bisogna resistere alle tentazioni del benessere, alla felicità impacchettata; bisogna rinunciare a volere solo ciò che ci fa piacere. Bisogna non abbandonare la ragione per darsi alla follia, ma bisogna capire che la ragione ha i suoi limiti, che la scienza salva ma anche uccide e che l’uomo non farà alcun vero progresso finché non avrà rinunciato alla violenza”

“Dobbiamo vivere più naturalmente, desiderare di meno, amare di più e anche i malanni come il cancro diminuiranno. Invece che cercare le medicine per le malattie cerchiamo di vivere in maniera che le malattie non insorgano. […] Dobbiamo essere meno egoisti, meno presi dall’interesse personale e più dedicati al bene comune”

“La storia di questo viaggio non è la riprova che non c’è medicina contro certi malanni e che tutto quello che si può fare per cercarla non serve a nulla. Al contrario: tutto, compreso i malanno stesso, è servito a tantissimo. E’ così che si è spinti a rivedere le priorità, a riflettere, a cambiare prospettiva e soprattutto a cambiare vita. […] CAMBIARE VITA PER CURARSI, CAMBIARE VITA PER CAMBIARE SE STESSI”

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