di Milan Kundera
“Un dramma umano si può sempre esprimere con la metafora della pesantezza.
Diciamo, ad esempio, che ci è caduto un fardello addosso.
Sopportiamo o non sopportiamo questo fardello, sprofondiamo sotto il suo peso, lottiamo con esso, perdiamo o vinciamo”
In un libro che ha fatto epoca, Milan Kundera ritrae Praga all’epoca dell’invasione sovietica,
attraverso le storie di quattro personaggi, le loro vite intrecciate, i loro modo di affrontare l’esistenza. Ne esce un romanzo intrecciato, raccontato senza rispettare la cronologia degli eventi, che mette in luce il dramma della leggerezza: lasciare e lasciarsi, rifiutare, fuggire, non aiutano a sopportare il fardello, ma rendono insostenibile la leggerezza che ci creiamo. Un romanzo che è esplorazione di ciò che è la vita umana nella trappola che il mondo è diventato…
“A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie: la prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi, in altri termini, desidera lo sguardo di un pubblico; la seconda categoria è quella composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti; c’è poi la terza categoria, quella a cui appartengono tutti coloro che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata; e c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di colori che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Questi ultimi sono i sognatori”